Cyberbullismo: cos’è, tipologie, segnali e come difendere i ragazzi

Cyberbullismo: cos’è, tipologie, conseguenze e come proteggere i ragazzi

Il cyberbullismo è una delle sfide educative e sociali più urgenti del nostro tempo. Sempre più adolescenti trascorrono ore sui social, in chat o nei videogiochi online, spazi che possono diventare luoghi di incontro e crescita, ma anche di violenza e isolamento.

A differenza del bullismo tradizionale, il cyberbullismo non si ferma con la fine della scuola: è continuo, invisibile e potenzialmente pubblico, e può avere conseguenze emotive devastanti.

Per questo è fondamentale che i genitori, gli insegnanti e i ragazzi stessi conoscano il fenomeno, imparino a riconoscerlo e sappiano come reagire. Sul nostro sito puoi leggere anche l’articolo sul bullismo tradizionale e quello sulle challenge online, temi strettamente collegati al benessere digitale degli adolescenti.

Cos’è il cyberbullismo

Secondo la definizione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, il cyberbullismo è un comportamento aggressivo, intenzionale e ripetuto, messo in atto tramite strumenti digitali, ai danni di una persona percepita come più fragile o isolata.

Le due caratteristiche chiave che lo rendono diverso e più insidioso del bullismo tradizionale sono:

  • Pervasività: può avvenire ovunque e in qualunque momento, anche tra le mura di casa.
  • Anonimato: chi agisce può nascondersi dietro profili falsi o identità multiple, rendendo più difficile difendersi.

Tipologie di cyberbullismo

Il cyberbullismo può assumere molte forme. Ecco le più diffuse:

  • Litigi online (flaming): insulti e messaggi aggressivi nelle chat, nei commenti o nei forum.
  • Molestie ripetute (harassment): invio continuo e martellante di messaggi offensivi o minacciosi.
  • Denigrazione: diffusione di contenuti umilianti, immagini o video senza consenso per danneggiare la reputazione della vittima.
  • Furto d’identità (impersonation): accesso abusivo a un account o creazione di profili falsi per inviare messaggi a nome della vittima.
  • Diffusione di informazioni private (outing/trickery): condivisione di chat, segreti o foto riservate senza permesso, spesso estorte con l’inganno.
  • Esclusione (exclusion): lasciare deliberatamente fuori qualcuno da gruppi, chat o giochi online per isolarlo.

👉 Conoscere queste tipologie aiuta i genitori a riconoscere più rapidamente i segnali e a intervenire in tempo.

Chi sono le vittime e chi i cyberbulli

  • Le vittime: spesso adolescenti percepiti come “diversi” per aspetto fisico, provenienza, orientamento sessuale, disabilità o semplicemente più timidi.
  • I cyberbulli: non sempre “ragazzi cattivi”. Spesso sono adolescenti con fragilità personali, bisogno di potere o desiderio di approvazione del gruppo.
  • Gli spettatori: chi assiste senza intervenire rafforza indirettamente il fenomeno. Educare i ragazzi al coraggio di segnalare e difendere è parte della prevenzione.

Perché il cyberbullismo è così pericoloso

  • È costante: non si ferma con la fine della giornata scolastica.
  • È pubblico: foto, video e insulti possono raggiungere centinaia di persone in pochi minuti.
  • È persistente: ciò che viene pubblicato online può restare visibile a lungo.
  • Genera impotenza: la vittima spesso non sa come reagire né a chi rivolgersi.

I segnali del cyberbullismo

Riconoscere i segnali è il primo passo per intervenire. Un adolescente vittima di cyberbullismo può mostrare:

  • rifiuto o paura di usare lo smartphone e i social;
  • ansia, tristezza o irritabilità subito dopo aver navigato online;
  • improvviso calo del rendimento scolastico;
  • difficoltà nel sonno e sbalzi d’umore frequenti;
  • isolamento sociale e perdita di interesse nelle attività quotidiane;
  • oggetti personali rovinati o mancanti senza spiegazioni plausibili.

👉 Se questi segnali persistono, è importante parlarne apertamente e cercare supporto, anche rivolgendosi a realtà come Telefono Azzurro o al Commissariato di P.S. online.

Dati sul cyberbullismo in Italia

Alcuni dati recenti aiutano a comprendere la portata del fenomeno:

  • Circa il 22% degli adolescenti vittime di bullismo subisce anche forme di cyberbullismo.
  • Le ragazze sono colpite più frequentemente, soprattutto con attacchi legati all’immagine o al corpo.
  • Gli episodi tendono a ripetersi più volte al mese, con effetti accumulativi sul benessere emotivo e scolastico.

Conseguenze del cyberbullismo

Il cyberbullismo può lasciare ferite profonde, sia immediate che a lungo termine:

  • ansia, vergogna e calo dell’autostima;
  • depressione e ritiro sociale;
  • difficoltà scolastiche e relazionali;
  • comportamenti autolesivi;
  • nei casi più gravi, pensieri suicidari.

Normativa italiana e strumenti di tutela

Con la Legge 71/2017, l’Italia ha introdotto specifiche misure contro il cyberbullismo:

  • ogni scuola deve avere un referente per bullismo e cyberbullismo;
  • le scuole sono obbligate a promuovere attività educative di prevenzione;
  • i minori vittime possono chiedere la rimozione di contenuti offensivi ai gestori dei siti o ai social;
  • la Polizia Postale e altre autorità possono intervenire su segnalazione.

Un altro strumento utile per genitori e insegnanti è il progetto nazionale Generazioni Connesse, che promuove un uso consapevole e sicuro della rete.

Come possono agire i genitori

  1. Ascoltare con empatia
    Accogliere il racconto del figlio senza giudicare né minimizzare.
  2. Parlare apertamente di digitale
    Aiutare i ragazzi a sviluppare senso critico sull’uso dei social e delle chat.
  3. Stabilire regole condivise
    Non imposizioni rigide, ma accordi chiari e partecipati sul tempo online.
  4. Documentare gli episodi
    Conservare screenshot, messaggi o prove di offese per eventuali denunce.
  5. Coinvolgere scuola e istituzioni
    Non affrontare il problema da soli: informare insegnanti e, se necessario, le autorità.

Quando chiedere supporto psicologico

Il supporto di uno psicoterapeuta è fondamentale non solo quando il danno è già grave, ma anche in ottica preventiva.

Uno psicologo può aiutare a:

  • rafforzare l’autostima della vittima;
  • dare strumenti emotivi e relazionali per reagire;
  • sostenere i genitori nel ruolo di protezione;
  • accompagnare anche il bullo nel comprendere e modificare i propri comportamenti.

Perché scegliere TuMeriti

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